È un'illusione che le foto si facciano con la macchina.... si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa.
Henri Cartier-Bresson

Io questa frase la dico spesso riferendomi al fatto che molte mie foto sono realizzate senza fotocamera ma mi riferisco ad un altro fotografo che usa ogni mezzo dal foro stenopeico ad oggetti banalissimi.




martedì 16 novembre 2010

PAPILLON


Il messaggio carico di contenuti pregnanti, come dicevano Giorgio Gaber e Nanni Svampa, è: 2 "tette" + 2 = 1 farfalla. A me sembra una formula matematica! Zucchero diceva Nice (Nietzsche) che dice boh?
A parte gli scherzi, nel 1978, epoca in cui ho realizzato la foto, fare un fotomontaggio era molto più complicato che oggi. Le tecniche erano tante, ma tutte abbastanza laboriose. Si poteva mascherare mezzo obbiettivo, con una doppia esposizione, riprendere due volte lo stesso soggetto e farlo apparire in un solo fotogramma ad esempio seduto allo stesso tavolo. Oppure operare in camera oscura, non starò ad elencarvi i vari procedimenti. Io la foto l'ho realizzata così: ho inserito il negativo nell'ingranditore fino a metà vetrino, ho mascherato mezzo foglio di carta fotografica, ovviamente con dei riferimenti. Ho fatto una prima esposizione, poi ho girato il negato in modo speculare, ne ho fatto una seconda sullo stesso foglio, tenendo conto dei riferimenti. Ma il problema, direte voi, dove sta? Nella linea di congiunzione delle due esposizioni! Ho ovviato a questo, con un metodo molto usato allora. Agitando, sotto l'ingranditore, una palettina di filo di ferro con all'estremità una sagoma di cartone (ne avevo costruito di vari formati) in modo che la linea risultasse sfocata e la foto fosse senza soluzione di continuità. Per me, a quei tempi "fotoamatore" alle prime armi, il risultato è stato un piccolo virtuosismo, passatemi il termine, del quale vado fiero ancora oggi.
Ora le cose sono cambiate, forse c'è meno soddisfazione, ma ci si può divertire comunque.

30 anni dopo con le attuali tecnologie, l'ho realizzata così

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